Origini della Medicina Tradizionale Cinese

Parlare di Medicina Tradizionale Cinese significa parlare di una medicina risalente a più di 3000 anni fa. Pare che i primi “caratteri medici”, ideogrammi incisi su osso, siano addirittura databili al XIII o XIV secolo a. C.
Di sicuro il più importante testo antico a cui sia possibile associare l’origine della Medicina Cinese è il Huang Ti Nei Ching So Wen (“Testo classico di medicina dell’Imperatore Giallo”), pare risalente al 2900 a.C., di cui sono andate perse alcune parti e che comunque subì diversi rimaneggiamenti nelle epoche successive con varie nuove aggiunte . L’opera si compone di due parti principali: il Suwen (“Le domande semplici”) e il Lingshu (“Il perno spirituale”).
Nel testo, l’Imperatore Giallo (personaggio leggendario di cui è incerta l’esistenza) volge una serie di domande al proprio medico di corte Ch’i Po su vari argomenti, che vanno dai differenti metodi terapeutici usati dalla Medicina Cinese, comprendenti agopuntura, moxibustione, tecniche erboristiche, esercizi di respirazione, massaggi, ad argomenti quali gli stili di vita, i climi, le credenze religiose più diffuse nella Cina di quel tempo.
La Medicina Tradizionale Cinese (o MTC, come viene comunemente abbreviata) venne influenzata dal taoismo, dal buddismo e dal confucianesimo. In particolare, a partire dalle teorie taoiste, giunse ad osservare come le grandi leggi del Macrocosmo (tutto ciò che ci circonda nell’Universo), funzionino anche all’interno del Microcosmo (cioè l’essere umano). Dal canto suo, l’ispirazione confuciana portò all’osservazione di come esistano un ordine e una gerarchia nell’Universo, che ugualmente si riflettono nell’uomo.
La Medicina Tradizionale Cinese e lo Shiatsu
La medicina Cinese divenne importante in Giappone a partire da circa il VI° sec. d.C., dove venne qui importata dai “bonzi”, medici con preparazione medica, provenienti dalla vicina Corea. In particolare all’interno di alcuni monasteri buddisti Zen, si svilupparono le prime tecniche di manipolazione corporea legate alle prime pratiche di esercizi ginnici per la salute, dette “Ankyo” e “Do-In”. Dall’Ankyo si sviluppò la tecnica Anma, simile ad un massaggio, a cui poi vari terapisti associarono altre tecniche di massaggio, di chiropratica e di fisioterapia. In particolare fu il fisioterapista Namikoshi a coniare il termine “Shiatsu”, facendo riconoscere ufficialmente questa tecnica dal governo giapponese e iniziando a diffonderlo anche in Occidente.
Altri maestri come Shizuto Masunaga proseguirono con stili differenti. Masunaga ad esempio dava particolare importanza al lavoro sui “meridiani energetici”, più che sui punti di pressione.
Col tempo poi il trattamento Shiatsu si è notevolmente diversificato, giungendo ad un’ampia diffusione in Europa, dove alcuni si ispirano direttamente ai maestri giapponesi delle origini, altri hanno dato via a delle rielaborazioni autonome.
L'approccio olistico nella medicina orientale
Il metodo su cui si basa la diagnosi della Medicina Tradizionale Cinese è di tipo “olistico”. Considera infatti il sintomo della persona, come parte di una totalità, inquadrandolo in un complesso di altri segni e sintomi che contribuiscono a creare il quadro complessivo dell’individuo e del disturbo in questione. Quadro che risulta quindi ritagliato totalmente “ad personam” e che prende il nome caratteristico di “quadro di disarmonia”.
A differenza della medicina occidentale, il cui approccio si può definire “analitico” basato sulla ricerca di una causa precisa per una malattia specifica, la medicina orientale presenta un approccio “sintetico” volto a considerare il sintomo come parte di un tutto, come il singolo aspetto di uno squilibrio corporeo complessivo, valutando quindi tutta una serie di aspetti disarmonici correlati.
A partire dalla raccolta dati operata da questa diagnosi, lo shiatsu, il Tuina, l’agopuntura, la moxibustione, la coppettazione o le tecniche erboristiche (che sulla Medicina Tradizionale Cinese si basano), valutano l’intervento di volta in volta più appropriato.